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al testo di Ivan Pozzoni
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Sei arrivata dalle oscure terre del freddo Est, riarse dai roghi luminosi di Jan Hus e di Jan Palach - mi ricordano il suono indistinto del tuo nome che non so ancora dire, che non so ancora urlare-, sei arrivata con una borsa piena delle mie fatiche di Ercole senza riuscire a scambiare i tuoi occhi coi miei occhi, senza riuscire a scioglierti sotto i colpi del sapore corrosivo del mio alito (la mia lingua taglia, erode, brucia).
Alle anime gemelle non occorrono due anime, si scontrano come corpi nella concretezza della terra, si scontrano sulle bollette da pagare, sui conti in rosso, su vite in bilico, alle anime gemelle non occorrono due corpi attraverso cui scopare, rotolandosi voluttuosamente in letti madidi su cui restano impressi i segni delle catene, alle anime gemelle non occorrono due menti, alle anime gemelle non occorrono due cervelli, alle anime gemelle non occorrono due cuori.
Sei volata via come la brezza del fantasma di un amore fragile lasciandomi il compito di rimettere insieme i cocci della nostra nuova lingua: italiano - english - český, in un threesome che, ragionevolmente, caratterizzerà la nostra storia, a fare i conti con il tuo timore di amare e la mia incapacità d’essere amato, a tossire, a vomitare sangue, a bruciare (due mesi?) d’una inarrestabile bronchopneumonia amorosa.
Alle anime gemelle non occorre niente, bastano a se stesse, figurine doppie sovrapposte sull’album dei ricordi della vita, a mettere in rilievo un attimo brillante di felicità al tatto di un Dio che colleziona cadaveri e esperienze altrui, a Milano, a Karlsbad, o a Milansbad.
[inedito, 2017]
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